4 COSE SUL CRAVING

CRAVING

Quante volte vi è capitato di non riuscire a frenare lo stimolo di mangiare quella torta, assaporare quel formaggio, sentire sotto i denti lo sbriciolarsi del biscotto, svuotare il pacchetto di patatine…

Questi meccanismi di forte desiderio sono stati studiati tantissimo e sono detti meccanismi CRAVING.

Il craving è un sintomo soggettivo e nella pratica clinica può essere spessissimo sottostimato (i pazienti possono negare di averlo provato, non essere in grado di riconoscerlo a causa dell’alterato stato emozionale o, ancora, possono dimenticarsi di averlo sperimentato).

In studio quando vi incontro per la prima volta mi soffermo sempre nel chiedervi se sentite il desiderio della fame e dove la sentite.. ne parliamo molto. È importante per me capire quanto realmente ci sia coscienza delle emozioni e del proprio corpo.

La fame nervosa, il craving, il cibo emotivo.. sono tutti modi per dire la stessa cosa: abbiamo qualcosa di non risolto dentro di noi ed è molto più lontano dal cibo di quanto possiamo immaginare.

Detto questo, ci sono alimenti e strategie che ci possono liberare da questi meccanismi!

 

1- Forse non tutti sanno che per craving (che significa desiderio impulsivo), si intende l’appetizione patologica, il desiderio irrefrenabile di assumere una sostanza o un cibo. Questo desiderio, se non viene soddisfatto, provoca sofferenza fisica e psichica, accompagnata da astenia, anoressia, ansia, insonnia, irritabilità, aggressività, depressione o iperattività.

2- Uno studio di Milella et al, ha riscontrato come il “sistema ricompensa” in condizioni normali è deputato a produrre il piacere ed è legato a stimoli come il cibo, il sonno, l’attività sessuale. Se un deficit o uno squilibrio interrompe o distorce tale sistema, il risultato finale è la percezione di ansia o angoscia e un intenso desiderio di assumere una sostanza in grado di alleviare tali sensazioni.

3- Il cibo viene usato spessissimo come “sostanza gratificante”, soprattutto se ricca di zuccheri , grassi idrogenati e sale (tutte sostanze che creano dipendenza). Questi cibi, sono alimenti trigger (grilletto), che innescano un meccanismo di condizionamento e di associazione di idee. Momentaneamente ci appagano e ci distendono, ma successivamente come effetto rebound scatenano senso di colpa, depressione e frustrazione.

4- Esistono cibi e strategie che ci possono liberare da questi meccanismi desideranti non sani. L’attività fisica, ad esempio, è un qualcosa che libera ormoni positivi in grado di attenuare questi desideri. Tutto ovviamente deve essere in equilibrio, perché anche la troppa attività fisica può diventare il trigger scatenante per abbuffate incontrollate o forme di dipendenza.