4 COSE SULLE INTOLLERANZE

INTOLLERANZE.

Quante volte vi capita di sentirvi poco in forma dopo aver mangiato un determinato cibo?

Mal di testa, gonfiore addominale, dermatiti, stanchezza…

Tutti sintomi che sono campanelli di allarme di uno stato infiammatorio del nostro corpo!

Nonostante sia assolutamente comprensibile e semplice il fatto di attribuire un sintomo a un alimento specifico, in quanto spesso compare nel breve periodo dalla sua assunzione, è importante comprendere che non è l’alimento in sé ad essere l’artefice di tale malessere, bensì la sua modalità di assunzione!

La quale spesso, anche senza rendersi conto, è ripetuta o eccessiva.

La soluzione? Non è certamente eliminare del tutto quell’alimento ma riuscire ad introdurlo in modo più dilazionato nella nostra alimentazione.

Come?

Tramite una dieta a rotazione.

E voi? Cosa fate quando avete qualche disturbo dato da alimenti? Li eliminate del tutto?

1- Spesso, alla base dell’intolleranza, non è l’alimento in sé ad essere l’artefice del malessere, bensì la sua modalità di assunzione che, spesso, anche senza rendersene conto, è ripetuta o eccessiva.

2- Quando consumiamo un alimento con una frequenza eccessiva o ripetuta, il sistema immunitario inizia ad accusarlo e ciò porta ad un incremento del quadro infiammatorio. L’alimento continua ad amplificare lo stato infiammatorio dell’organismo, portando alla nascita o al peggioramento di sintomi e disturbi.

3- Cosa fare? Molte persone tendono ad eliminare l’alimento inverso. In realtà, però, nel momento in cui l’alimento avverso verrà reintrodotto, anche accidentalmente, i sintomi e i disturbi saranno amplificati in quanto questo cibo è ormai diventato uno sconosciuto.

4- L’obiettivo è reintrodurre l’alimento in modo da non avere più reazioni avverse. Quindi bisogna fare una dieta a rotazione e mai di eliminazione: con giorni di totale astensione e giorni in cui l’alimento verrà reintrodotto. Questa tecnica, che mima lo svezzamento infantile, permette di recuperare nuovamente la tolleranza.